La storia che lega la Liguria ai suoi ulivi è una storia antica! Si narra che a diffondere le coltivazioni di questi alberi, tipici dell’area del ponente, furono, tra la fine del 1600 e i primi del 1700 i monaci benedettini che s’insediarono nell’allora piccolo borgo di Taggia. Grazie all’arte dell’innesto, i monaci furono capaci d’impiantare nell’ulivo autoctono delle marze portate dalle loro coltivazioni di Cassano, dando così vita ad una nuova varietà di pianta e di oliva: l’oliva taggiasca. E che questa nuova varietà fosse speciale lo si doveva capire osservando la robustezza della neo-nata pianta, che sarà capace di produrre frutti per oltre 600 anni! Come si sia potuto dare vita alla coltivazione su questi pendii e trasformare la montagna in “terra degli ulivi”, lo scoprirete tra poco!
Oggi, l’area di coltivazione di questa pianta spazia da Albenga al Principato di Monaco, penetrando nell’entroterra d’Imperia fino ad una altitudine di 700 metri. Le caratteristiche climatiche delle valli di ponente unite alle particolari caratteristiche geomorfologiche del territorio, hanno permesso a questi alberi, e al loro frutto, di assumere quelle caratteristiche che lo hanno reso di gran pregio.
La possibilità di rendere coltivabile la terra di questa regione, chiusa tra il mare e le montagne, la si deve ai “maixei”, i famosi muri a secco liguri, vere e proprie opere d’ingegno che delimitano i terrazzamenti, lembi di terra strappati ai pendii rocciosi. A partire dall’età del ferro, le “maceries” – maixei, in dialetto ligure – venivano utilizzate per la costruzione di muri contenitivi a secco; ancora oggi è possibile ammirare i maxei in tutta la regione. Si stima che se si unissero tutti i muretti a secco ad oggi esistenti, si supererebbe, per estensione, la Grande Muraglia cinese! Ndr: i muretti a secco sono stati dichiarati “Patrimonio dell’umanità” dall’Unesco, nel 2018.
Se nel levante ligure, i terrazzamenti così ottenuti sono impiegati per la coltivazione della vite, nella zona di ponente a farla da padrone è l’ulivo, che rende quest’area una vera e propria “terra degli ulivi”, composta da maestose piante secolari che possono raggiungere i 15 metri d’altezza. Alcuni esperti del settore definiscono il paesaggio olivistico della Liguria unico al mondo. Questo primato è principalmente correlato alla peculiarità dei terrazzamenti che, oltre a rappresentare una superficie pari quasi l’8% del territorio. Come la Liguria, nessuna altra regione, in oltre il 67% del totale presenta una classe di acclività (cioè la pendenza della superficie topografica montuosa o collinare) compresa tra il 20 e il 50% e, in un altro 20%, un’inclinazione addirittura tra il 50 il 75%.
Sono queste terre, dure ed aspre, a regalarci prodotti d’eccellenza come le olive e l’olio extravergine.
Se volete approfondire la vostra conoscenza su questi frutti e delle caratteristiche uniche dell’olio che se ne ricava, leggete i nostri articoli sul tema.