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Un recente studio scientifico, pubblicato ad Aprile del 2020, basandosi su quanto ad oggi affermato, e cioè che la scelta di seguire una dieta vegetariana, nelle società occidentali, è motivata dalla salute, dall’ambiente e dai diritti degli animali, ha deciso di valutare, attraverso l’utilizzo di un questionario appositamente creato, il Vegetarian Eating Motives Inventory (Inventario delle motivazioni alimentari vegetariane), se i principi elencati erano reali e in che misura. 

Su tutte, la salute è emersa come la principale motivazione per una scelta alimentare vegetariana che, in Italia, interessa il 6,7% della popolazione.

Vediamo, in breve, in cosa consiste la dieta vegetariana, nelle sue diverse declinazioni, ma,, prima un po’ di storia.

I primi riferimenti ad una alimentazione che prevedeva l’esclusione della carne risalgono al VI secolo a.C.  e sono collegati alla nascita dei movimenti religiosi sviluppatisi principalmente nei paesi asiatici. L’Induismo, il Buddismo, il Taoismo, il Giainismo sono tutte religioni nelle quali veniva esaltata la contrarietà ad ogni forma di violenza e il rispetto e la sacralità della natura.

Nell’area occidentale, il vegetarianismo ha radici risalenti all’antica Grecia, dove il consumo della carne era estremamente limitato (anche per via delle complesse regole di macellazione e dei relativi riti sacrificali), mentre abbondava il consumo dei latticini e del pesce.

In età moderna, è la Gran Bretagna la patria del vegetarianismo, dove, per voce di un cappellano, tale Roger Crab, prende piede un approccio estremo (oggi lo chiameremo veganismo) di rifiuto di tutto quanto di derivazione animale. In questo caso, la spinta a questo approccio, era esclusivamente di carattere economico in quanto, secondo il promotore, il consumo di carne, di qualsiasi natura, era da considerarsi un lusso e il costo di questi alimenti un’ulteriore spinta verso la povertà.

Quindi, ad oggi, accanto alla dieta vegetariana “di base”, che prevede solo l’esclusione di carne da macello, si sono aggiunte una serie di versioni più restrittive.

L’alimentazione latto-ovo vegetariana è una dieta alimentare bilanciata se si sostituiscono, in parte, le proteine della carne con proteine vegetali, contenute nei legumi.

L’apporto di uova, latte e i suoi derivati, come i formaggi, è importante per mantenere un introito proteico anche di origine animale, ma bisogna prestare attenzione a non eccedere in quanto il rischio è quello di aumentare l’apporto di grassi animali.

Un’altra versione della dieta vegetariana è quella che include il latte, e i suoi derivati, ma non le uova. Parliamo, in questo caso, della dieta latto-vegetariana. Se si adotta questo stile alimentare, bisogna fare molta attenzione ad integrare il mancato introito di proteine animali con proteine vegetali, sempre dagli insostituibili legumi. Attenzione a non eccedere con il consumo di formaggi.

Esistono, infine, altre versione rivisitate della dieta vegetariana, che prevedono o meno il consumo di funghi, alghe, miele e prodotti da alveari, etc etc., ognuna con una sua peculiare declinazione.

L’attenzione che si deve sempre porre, qualsiasi sia la scelta alimentare che compiamo, è che la nostra dieta sia equilibrata ed in grado di apportare tutti i macro e micro nutrienti dei quali abbiamo assolutamente bisogno per preservare la nostra salute.

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